Nella foto, Emidio Picariello
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di Emidio PICARIELLO
Ma forse non ce n’è bisogno perché siamo tutti abbastanza evoluti per capire che di un leader si possono valutare positivamente – e negativamente – anche le singole posizioni e che la vita non si può sempre vivere o bianca o nera. Fedeli o nemici è un concetto molto berlusconiano della politica. Oggi siamo d’accordo, domani chi sa. Questo bisogno di sposarsi con i leader non mi appartiene. Ma questo, per quanto importante, non è il punto. Renzi ha mandato una newsletter la mattina della vigilia di Natale in cui ha spiegato cosa non ha funzionato a livello comunale nella gestione della crisi legata alla neve. Nella newsleter, Renzi, proprio lui, cita un cittadino che su Facebook gli ha scritto che col sale che ha sparso non ci si condiva neanche l’insalata. E la citazione è, apparentemente, certo non posso sapere cosa pensi veramente, divertita. Certo, Renzi si difende, è normale, ma non c’è nessun atteggiamento di lesa maestà.
Ma Renzi è ancora e nonostante tutto uno che dai suoi è visto davvero male. D’Alema (sic!) non perde occasione per lanciargli frecciatine e scommetto che ogni volta che Bersani critica le primarie nella sua testa pensa a Renzi, ma questa è una mia illazione e prendetela per tale.
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In compenso, mentre Berlusconi fa un discorso di fine d’anno delirante in cui – come dice Makkox su Twitter – non si capisce se ci sono altre parole fra gli “io”, Bersani approfitta per insistere sulla necessità di superare Berlusconi, ventilando, ma poi correggendo, distinguendo, chiarendo, ipotesi di coalizioni ampissime. Ma anche qui il punto non è questo. Compagno Bersani, Berlusconi ha metà del Parlamento e metà dei votanti italiani dalla sua. Gli astenuti non lo considerano il male assoluto, altrimenti avrebbero votato la volta scorsa. Riconosciamo per piacere che Berlusconi ha il suo consenso e costruiamo il nostro facendo finta per un’ora che Berlusconi non esista? Dai, che tutte le volte che diciamo qualcosa di concreto guadagniamo un voto, tutte le volte che ci scagliamo contro Berlusconi diventiamo l’Idv. E noi non vogliamo essere l’Idv, vero?
Emidio Picariello